Inizio con una richiesta di clemenza a chi mi segue (io me la sono già concessa). La mia attenzione a questo blog, nell’ultimo periodo, è stata forse un po’ meno assidua. Ma tant’è, spero di recuperare il tempo perduto. Spesso mi dico (e in molti ci diciamo), almeno una volta al giorno, fai qualcosa per te, qualcosa che ti fa stare bene, qualcosa che ti migliora.
Non sempre ci riesco, ma spesso ci provo e continuerò a provarci, quotidianamente. Scrivere è una passione che ho scoperto da poco, leggere (e finire di leggere) un buon libro mi entusiasma.
Gioni fa, in condizioni abbastanza strane, ho finito di leggere questo libro di cui vi avevo già parlato in un post precedente (vedi). Libro decisamente entusiasmante e forse, azzardando un aggettivo un po’ forte, illuminante!
Riscrivo per voi, ma anche per me, alcuni passaggi che mi hanno particolarmente colpito e sui quali dovremmo spendere qualche attimo a riflettere. Alcuni di questi brevi aforismi, se esercitati nella nostra spesso assurda vita e se riuscissimo ad afferrarne la loro ancora grande attualità, ci potrebbero trasmettere una maggiore coscienza e serenità.
Io non conosco il modo di sconfiggere gli altri, ma la Via per sconfiggere me stesso.
Il bene e il male degli antenati possono essere rivelati dalla condotta dei loro discendenti.
La vergogna e il pentimento sono come un boccale d’acqua capovolto. Un mio amico provò compassione dopo aver ascoltato la confessione di colui che gli aveva rubato l’ornamento della spada. Se si vuole rimediare ai propri errori, le loro tracce si cancellano rapidamente.
Un uomo sosteneva: “Io conosco la forma della ragione e dell’errore”. Quando qualcuno gli chiedeva chiarimenti a riguardo, egli rispondeva: “La ragione ha quattro angoli e non si muove neppure in una situazione estrema. L’errore è rotondo e, non distinguendo tra bene e male, tra giusto e sbagliato, si lascia rotolare ovunque da una parte all’altra”.
Le questioni più gravi vanno trattate con leggerezza. Quelle meno gravi vanno trattate con serietà.
Vi riporto infine una piccola chicca che ho scoperto leggendo questo libro. Chi ha visto il film “Il Gladiatore” ricorderà sicuramente una frase ad effetto che pronuncia il protagonista, Massimo Decimo Meridio: “Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità“. Ebbene, questa frase non va ascritta al pur bravo sceneggiatore del film ma bensì a Yamamoto Jinuemon, padre di Yamamoto Tsunetomo (l’ispiratore di Hagakure), vissuto in Giappone nel 1600! Questa errata citazione imperversa su internet……
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