La solitudine dei numeri primi

Ponza, 22 giugno, circa le 17.00. Leggo l’ultima pagina di questo libro stupendo, che mi ha per lungo tempo sottratto alle bellezze di una breve ma desiderata vacanza e alla compagnia piacevole e spensierata di nuovi amici.

Questa esclusione volontaria ha trovato però un appagamento bello, intenso e malinconico. La storia narrata con maestria (secondo me, ma i giudizi sembrano molto controversi) dall’esordiente Paolo Giordano è coinvolgente, reale, attuale. La vita dei due personaggi del libro viene seguita dall’infanzia fino alla loro età adulta e narra della fatica della vita, dei mostri del passato da cui a volte è impossibile liberarsi, delle tante ferite che tutti portano con se. E poi parla della solitudine, quella vera, quella della vita presente, quella di un universo giovanile che spesso è inafferrabile e difficile da comprendere.

Parla di due numeri primi speciali, quelli che gli studiosi definiscono “primi gemelli”: numeri divisibili solo per se stessi e per uno ma anche separati tra loro da un solo numero (vedi su wikipedia). I due protagonisti sono descritti così, come persone uniche e speciali ma separate e condannate ad non incontrarsi mai.

La storia è drammaticamente reale e lucida. Mi ha lasciato una profonda commozione, un vero coinvolgimento con le vite dei due personaggi, forse perchè vi ho trovato tanti elementi che mi appartengono. Non vi dirò di più, leggetelo e vi ricorderete della magia che solo un libro è in grado di offrire.