“Adesso basta” è un bel libro, forse anche per il suo sottotitolo che evoca aspirazioni che tutti, possiamo certamente dirlo, abbiamo: “Lasciare il lavoro e cambiare vita”. Leggerlo è stato istruttivo e piacevole, stimola riflessioni, su se stessi, sulla vita che facciamo. Ma soprattutto ti fa nascere qualche domanda importante: mi sto prendendo sufficentemente cura di me e della mia vita? Fare quello che faccio mi rende una persona felice? Ho/sto realizzando i miei sogni?
Dopo aver letto (anzi divorato) questo bel libro ho voluto verificare se il racconto orale mi avrebbe fatto lo stesso effetto del racconto scritto. Simone Perotti ha presentato (o meglio raccontato) il suo libro ieri in una libreria romana ed è stato veramente piacevole ed istruttivo sentirsi raccontare la sua personale esperienza.
Mi hanno colpito in particolare due cose di quello che, molto amabilmente e sinceramente, ci ha raccontato.
La prima è stata la sua riflessione sul sogno (quello concreto e realizzabile), senza il quale mi pare di capire scelte come la sua non avrebbero senso. Ebbene, credo che è proprio la vita che molti di noi conducono, le scelte più o meno consapevoli che abbiamo fatto, le regole che dobbiamo seguire, la responsabile dell’assenza o della morte di quel sogno. Riprendere in mano e rendere di nuovo vivo il sogno di ognuno credo sia il primo passo, forse il più duro da fare.
L’altro aspetto del racconto che mi ha sollecitato altre riflessioni è quello dell’ottimismo; lui si è dichiarato apertamente ottimista. Molti dei presenti, ed io stesso, credo siano sobbalzati a fronte di una dichiarazione così semplice e al tempo stesso così “rivoluzionaria”. Quanto esercizio e disciplina è necessaria per essere un ottimista “praticante”, cioè qualcuno che vive e opera quotidianamente con ottimismo? A tale proposito mi viene in mente una frase di Voltaire che ho appeso ad un lato della mia scrivania in ufficio e che quindi leggo tutti i giorni: “La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore”.
Ma anche se faticoso, e a volte sembra addirttura impossibile, credo anch’io che un approccio ottimista sia l’unica vera via d’uscita per rendere questa nostra vita un po’ più autentica e piacevole. Ho apprezzato questo lavoro letterario e credo offrirà a molti l’opportunità di riflettere profondamente su questi temi, se non addirittura una spinta decisiva a “lasciare il lavoro e cambiare vita”. Io ci sto provando.
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