Il 14 gennaio del 2011 è nato Matteo, il nostro primo figlio. E’ nato, lo posso in coscienza dire, perchè la sua mamma e il suo papà lo hanno voluto, desiderato e accudito fin da quando era solo in potenza il bel bambino che è adesso. Sono soddisfatto e incredulo, meravigliato e distaccato, eccitato e tranquillo, insomma in questi giorni ho navigato in tutti i mari emozionali che solo la vita, questa vita, è in grado di offrirti se sei in grado di navigarli.
Non voglio però esprimere l’ennesimo atto retorico di un padre orgoglioso e soddisfatto di questa piccola creatura ma cogliere questo momento stupendo per riflettere, ancora una volta, sugli strani e affascinanti percorsi che la vita ti mostra, sulle mille porte che si chiudono e sulle altre mille che si aprono, sulla bellezza dell’animo umano. Soprattutto vorrei, attraverso questa intima riflessione, riconoscere a chi mi sta intorno e a me stesso alcune cose.
La prima considerazione è sulla superiorità dell’animo femminile o meglio sulla sua potenza. Nell’antichità, e prima dell’avvento della rivoluzione cristiana, la donna era rispettata e venerata in quanto portatrice di “animus” cioè di sensibilità, costanza, attenzione. Da molto tempo non è più così e nonostante i recenti progressi della nostra società occidentale siamo ancora troppo lontani dal riconoscere e accettare la potenza dell’animo femminile. Io l’ho vista questa potenza, l’ho vista nella determinazione di mia moglie, nel suo sguardo deciso, nel riflesso di qualche sua lacrima, nelle piccole attenzioni quotidiane che offriva a quella piccola vita che portava in grembo. Ma per quanto cercassi di misurarmi con questa potenza ho dovuto soccombere e finalmente, ma anche totalmente, l’ho riconosciuta e accettata; ora è il mio migliore alleato.
Ho infine capito, spero fino in fondo, le sofferenze di una madre per i propri figli e i mille ostacoli che ha dovuto superare per farli diventare gli uomini e le donne che ora sono. A questa madre, a tutte le madri, va il mio ringraziamento.
La seconda considerazione la voglio fare sull’amicizia e sull’importanza che questa ha sulle nostre vite. La mia di vita è bella perchè è questo il sentimento che più amo coltivare, quello della fraterna condivisione delle reciproche gioie ma anche dei momenti bui. Poi ad alcuni è anche concesso il privilegio di incontrare persone speciali, angeli che passano sulle nostre vite spargendo polvere di stelle. Angeli che sanno leggere chi sei, che riescono a guardare fin dove tu stesso non hai il coraggio di spingerti, che ti regalano la certezza che un’altra vita è possibile. Io ho avuto questo privilegio.
La terza e ultima considerazione la voglio fare su me stesso e regalarmi un po’ di riconoscimenti. Pur con le mie sbandate e con tutti i miei errori ora sono riuscito a costruire qualcosa di importante che però poggia su solide fondamenta: una donna speciale che amo e un mare di amici che vivono accanto a me e ai quali sono intimamente legato.
Matteo è nato il 14 gennaio del 2011, lo stesso giorno di un anno prima A. ci ha lasciato. A me piace pensare lei abbia delicatamente appoggiato il suo tenero sguardo su di lui.
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