Aphiemi e Hilaskomai (perdono)

Oggi mi sento di voler affrontare un argomento più complesso, difficile, ma molto intimo e personale per come lo sto vivendo, lungo questo, spero solo per ora, piccolo e stretto sentiero che ho intrapreso. Lo spunto iniziale me lo offre sempre wikipedia (vedi), dove trovo che nel Nuovo Testamento il concetto di perdono è indicato da due parole greche con significati particolari:

  • la prima è aphiemi che in greco profano è usato per indicare il mettere in libertà una persona o una cosa, sciogliere, abbandonare, permettere, concedere, rinunciare, condonare, lasciare andare etc.
  • La seconda parola greca è hilaskomai che ha valore di espiare, conciliare se stessi, placare il Dio irato, rendere benevolo, e misericordioso.

Mi colpisce come nella comune accezione di perdono di rado si è portati a fare sintesi di entrambi i significati espressi dalle due parole greche. Eppure l’atto del perdono, che è si un dono che facciamo ad altri liberandoli dai nostri rancori, dalle nostre rabbie, dal nostro disprezzo, è anche un grande regalo che offriamo a noi stessi, soprattutto per riconciliarci con quello che siamo e siamo stati. Dopo il perdono si è necessariamente diversi, più leggeri e meno ingombranti per gli altri.
A quante persone dovremmo chiedere perdono, quante volte dovremmo chiedere perdono a noi stessi, quante volte alla vita per averla maltrattata? Io lo voglio.

Perdono

Chiedo per la prima volta perdono a te madre mia per le mie distanze, le mie assenze, le mie privazioni, ma la mia anima era ancora troppo simile alla tua. Vedrai, riuscirò a rincollare i tuoi pezzi con un lungo e tenero abbraccio.
Chiedo indulgenza anche a te padre mio, ti ho rincorso per tanto tempo, volevo appartenerti ma non ero consapevole che era di questo che avevo bisogno. Troppo tardi ti ho cantato il mio rispetto e la mia gratitudine.
Chiedo comprensione a te moglie mia per quello che non siamo stati, per quello che io volevo tu fossi, per quello che forse riusciremo ad essere. Perdonami, ma troppe volte il mio sguardo si è diretto oltre il tuo cuore.
Chiedo mille volte perdono a te fratello mio per la mia insulsa vergogna, per il mio puerile biasimo, per la mia insignificante superbia. Scusami ancora, ma tante volte mi sono smarrito senza ritrovarti. Ora ho preso la strada che tra poco mi porterà a te.
Chiedo invece clemenza a te amico mio per le distrazioni che ti hanno ferito, per le mancanze che ti hanno afflitto, gli abbandoni che ti hanno tormentato.
Chiedo perdono a te amica mia per i miei sbandamenti, le mie ritirate, le mie esitazioni, tu c’eri ma io non ti vedevo.
Chiedo perdono di nuovo a te amica mia per non averti detto grazie una volta in più per la speranza che mi hai donato e di cui mi sono avidamente cibato.
Ed infine chiedo perdono per me e voglio concedermi la clemenza senza la quale non potrò di nuovo ricongiungermi con tutti i vostri respiri.